Ormai, dopo gli interventi fatti in questi giorni sulla stampa, possiamo dire che sugli immigrati si giuoca (se giuoco si può chiamare) a carte scoperte. Diversi sindaci di varie località, sparse in Trentino, hanno dichiarato che l’accoglienza diffusa per iniziativa comunale esiste e continua. Quindi non è vero, come dice il Presidente Fugatti che “durante i sette anni della mia presidenza non ho ricevuto nessuna disponibilità di sindaci del Trentino a ricevere quote di migranti….la verità è che l’accoglienza non la vuole nessuno”. Questa ultima affermazione è contraddetta dai fatti documentati perchè ci sarebbero già 18 comuni disponibili “come dice il Centro Astalli”.
Piuttosto c’è da dire che l’accoglienza diffusa, dove dipendeva dalla Provincia, è stata cancellata dal 2018 dall’allora Maggioranza con Presidente Fugatti, e di conseguenza gli immigrati sono stati concentrati al Centro con tutte le conseguenze negative che tutti conosciamo. Non si poteva lasciare gli immigrati dov’erano? Personalmente sono testimone diretto di quelli che erano alla palazzina dell’Enel di Peio. Stavano bene ed a un certo punto la Provincia, come per tutti gli altri centri di accoglienza sparsi nelle Valli, d’autorità è intervenuta con la soppressione.
Pertanto si abbia il coraggio di dire “gli immigrati non li vogliamo”. Ma questa volontà è contraddetta ormai dalle prese di posizioni di diverse realtà economiche e sociali. E’ voce quasi unanime che bisogna ritornare all’accoglienza diffusa se non per motivi umanitari almeno per convenienza visto il grande bisogno di manodopera di provenienza straniera. Quindi è urgente ed indispensabile il cambiamento di rotta da parte della politica provinciale in merito all’accoglienza degli immigrati. Sono tutti d’accordo nella Maggioranza di continuare nella linea dura attuale? E chi non è d’accordo non può farsi sentire? Chi vuol essere veramente cristiano deve sapere che la scelta attuale certo non la vuole la Chiesa alla quale si dice di appartenere, ma non la vuole neppure la società civile responsabile e sensibile ai problemi umani. Chi si vuol rappresentare allora? L’egoismo o la solidarietà per non parlare anche di interesse? Ad ognuno la libera scelta. E non si può nascondersi dietro a un dito. Bisogna cambiare motto: passare dal come respingere al come accogliere.
Purtroppo l’immigrato da qualcuno è visto e trattato come un lebbroso. Questi deve stare alla larga, disturba la nostra quiete, respingiamolo. In troppi prevale l’atteggiamento del: godiamoci da soli il nostro benessere, magari frutto delle fatiche degli sfruttati guardati dall’alto in basso anche se dobbiamo ammettere che nei rapporti di lavoro tante cose sono cambiate e ci sono datori di lavoro corretti e responsabili. Menomale quindi che accanto a tanto egoismo c’è ancora tanto altruismo, tanta solidarietà, tanta gente che si dedica agli altri, che vuole bene a chi ne ha di bisogno, che pensa a certe mamme, a tanti bambini, a tanti anziani, a tanti uomini che vogliono solo guadagnarsi il pane quotidiano, quel pane che nel Padre Nostro chiediamo al plurale e non al singolare (…dacci oggi il nostro pane quotidiano…). Ad ognuno fare la scelta da che parte stare. Ed è una scelta che fa tremare le vene e i polsi per la grande responsabilità morale che comporta, in particolare per un credente cristiano. Infatti è’ scritto nel Vangelo che saremo giudicati soprattutto da questo: “avevo fame e mi hai dato da mangiare, avevo sete e mi hai dato da bere, ero ignudo e mi hai vestito ecc…”
Quando penso a quanto ho visto in Africa in tanti anni e viaggi e so il perché tante persone, a proprio rischio e pericolo, lasciano con tanta sofferenza la loro terra, mi chiedo perché c’è tanto rifiuto ed anche disprezzo nei confronti di questi nostri fratelli che non hanno nessuna colpa per essere nati nella miseria, come noi non abbiamo nessun merito per essere nati in un certo benessere? E pensare quanto sono stati sfruttati e lo sono ancora dal mondo ricco! A
noi la responsabilità di collocarci al posto giusto e contribuire per ristabilire quella uguaglianza e giustizia che sono la base per garantire una serena e pacifica convivenza umana.
Luigi Panizza ex assessore provinciale e componente “Casa e Autonomia E.U.”