Leggiamo con amarezza che il Cda dell’Università degli Studi di Trento ha dovuto approvare il proprio Bilancio unico per la prima volta con un saldo negativo di 4 milioni di euro.
Alla base di questa situazione finanziaria ci sarebbe una carenza dei contributi provinciali rispetto all’aumento dei costi complessivi.
Come giovani di Casa Autonomia.eu, riteniamo che la responsabilità della nostra Provincia sia chiara e inequivocabile. Gli investimenti in formazione e ricerca non dovrebbero essere considerati come un “costo” per la Provincia per molteplici ragioni.
La prima è più “tecnica”: come ricorda il rettore Flavio Deflorian, la Pat, per cui comunque 4 milioni sono una goccia nel mare rispetto ai 4 miliardi di bilancio complessivi, non dovrebbe utilizzare i propri fondi, ma solo anticipare l’ammontare da farsi stornare dallo Stato al successivo bilancio. Una possibilità concessa alla nostra Provincia grazie all’Autonomia, che, a differenza delle regioni ordinarie dove il sistema viene coordinato da Roma, ci permette di gestire autonomamente anche questo aspetto. La seconda ragione è di carattere politico ed economico. “Spendere” soldi per la formazione e la ricerca non è uno sperpero di denaro, anzi, come molte ricerche e analisi dimostrano, impiegare risorse in questo settore significa fare investimenti.
Investire sul cosiddetto “capitale umano” è fondamentale per migliorare il potenziale di crescita dell’economia. Nonostante la poca attenzione che la Pat dà alla “nostra” Università, dalle classifiche Censis il nostro Ateneo si distingue con delle eccellenze in molte materie.
Noi, giovani di Casa Autonomia.eu, pretendiamo una Provincia che sfrutti appieno l’Autonomia che il nostro De Gasperi ha voluto fortemente e per cui si è tanto lottato, al fine di poterla proteggere e promuovere.
Gruppo Giovani Casa Autonomia.eu