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Punti nascita ormai alla deriva, ma non limitiamoci a parlare solo di questo Servizio

Di grande scalpore i dati fatti emergere dall’analisi della Corte dei Conti sui Punti nascita di Cles e Cavalese. Io non mi sono scandalizzata per questo, ne ero tanto meno impreparata a questa evenienza.

Ciò che dico è, ad ognuno il proprio compito. Alla Corte dei Conti di analizzare, controllare e bacchettare sulla spesa pubblica. Al professionista sanitario di considerare e garantire l’appropriatezza del proprio operato in termini di sicurezza e qualità. Al cittadino di scegliere ciò che ritiene più attinente alla sua percezione di benessere e gradimento, con alla base  un concetto che deve garantire la Politica: sicurezza ed equità.

La politica seria non faccia i conti con il consenso ma con gli esiti. Un politico che vuole il bene della propria comunità non può decidere pensando al solo consenso elettorale. Un politico serio può arrivare a cambiare idea se le condizioni sono cambiate.

Ma andiamo con ordine.

Il Presidente Fugatti non dirà mai chiudiamo i punti nascita perché la prima azione del governo leghista nel 2018 fu la consegna di un mazzo di fiori alle donne che a novembre avevano partorito nel Punto nascita riaperto di Cavalese . Una campagna elettorale populista, una scelta politica di propaganda. Da lì in poi nessuna azione forte e d’impegno politico per garantire il miglioramento degli standard di sicurezza a Cavalese e a Cles. Ciò che fu inaugurato era frutto di decisioni e investimenti precedenti, coma la Sala Operatoria dentro il Punto Nascita. Esplicitamente richiesta nel 2016 dal Ministero della Sanità per garantire maggior sicurezza. Per il resto la precedente Giunta leghista i Punti nascita li ha lasciati morire a  se stessi. 

Ora la Politica deve fare i conti con chi dice che i conti non tornano e chi legittimamente non li fa tornare perché si rivolge altrove. Nel mio ruolo di Consigliera provinciale preferisco occuparmi delle preoccupazioni dei cittadini e dei sanitari. E’ ormai noto che i futuri genitori scelgono di andare laddove i numeri garantiscono sicurezza per la diade madre-bambino e magari offrono  meno  in termini di ospitalità e comfort dei servizi. Alle future coppie va garantita la possibilità di scelta ma con la stessa offerta ovunque!

All’ Assessore Tonina, che non appare così reticente nell’affrontare il tema “chiusura Punti nascita” offro anche stavolta  spunti di riflessione. Chieda ai tecnici i dati sugli esiti ( misurazione dell’appropriatezza e della qualità dell’atto professionale) e li confronti con il passato. Alcuni dati potrebbero essere davvero significativi, per chi li sa leggere e commentare. Solo così si metterà fine all’eventuale dubbio sulla sicurezza. Se tutto sarà perfetto non resta che lavorare sulla popolazione e sui professionisti ed offrire ad  entrambi  motivo per rimanere negli ospedali periferici. 

Abbiamo dedicato tanto spazio ai Punti nascita che da sempre fanno parlare. Spero di non dovermi mai occupare  del rischio di perdere un Servizio di Day Hospital Oncologico, o di una riduzione di posti letto in medicina, o ancora la riduzione del numero e della tipologia di interventi di chirurgia e ortopedia. Aggiungo che la questione del Pronto soccorso è già un problema e non è né fuori tempo né fuori luogo. 

E’ ormai tempo di conoscere l’agenda politica dell’Assessore Tonina a partire dal modello organizzativo che intende adottare, quello attuale è inefficiente e inefficace, lo dice anche la Corte dei Conti.