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Violenza di genere. La prevenzione passa dall’educazione permanente, da un dovere di tutti.

Parlare di violenza di genere, limitandola a violenza sulle donne, significa allontanarsi dal vero problema. Così come sostituire l’educazione all’affettività e alla sessualità, con la gestione delle emozioni. Significa non aver chiaro cosa sia un’emozione. 

L’emozione è la reazione ad uno stimolo esterno. Ben altra cosa sono, il sentimento e l’affettività ossia il perdurare dello stato emotivo. Ecco allora che non si può pensare di risolvere il problema violenza di genere solo con la gestione delle emozioni. Anche perché la violenza non è un’emozione, ma un gesto mentale e/o fisico, che nasce prima da un rifiuto di noi stessi, dalla nostra insoddisfazione, dalla paura che si trasforma in un gesto negativo verso l’altro. 

Per cercare di prevenire la violenza, in questo caso di genere, bisogna partire dalle origini del nostro essere, quindi andare a sanare l’aria che accompagna la nostra nascita, la nostra infanzia, la nostra adolescenza e quei momenti fondamentali per la nostra crescita ed esperienza, senza fermarsi alle sole prime fasi della vita.

Siamo una società in ritardo su tutto, sempre alla rincorsa della rieducazione, invece che dell’educazione. Ecco perché attenzionare i ragazzi alla violenza di genere nelle scuole, è solo uno dei tanti passi per recuperare il disagio emotivo. 

Infatti, dobbiamo essere consapevoli che le emozioni nascono già nel grembo materno ma proseguono nella famiglia che ci ha cresciuti, prima ancora di arrivare a scuola. Che è solo uno dei luoghi di apprendimento educativo, ma non l’unico, non il solo luogo di inizio dell’apprendimento emotivo. 

Ecco quindi che operare esclusivamente sui ragazzi, sui figli prima ancora che sugli studenti, è come andare a curare la febbre e non la causa che l’ha scatenata. E’ l’atteggiamento dell’emergenza, della gestione non pensata, non ragionata del problema. 

Purtroppo, la violenza di genere non è più un’emergenza. E’ diventata un modo di essere, autorizzato dal silenzio di chi non crede fino in fondo che il mondo possa ancora cambiare.

Oltre a pretenderlo dai ragazzi, anche noi adulti allora dobbiamo accettare che l’apprendimento non abbia mai una fine, che l’educazione all’affettività, alla sessualità e alla gestione delle emozioni non conosca età. In assoluto è ormai diventata anche un nostro dovere. 

Evitiamo una continua guerra emotiva ai soli ragazzi, sia che siano figli di una società di destra che di sinistra. 

Eliminare la violenza di genere è un dovere trasversale a tutte le fasce e le stratificazioni della società, senza nessuna distinzione.

Per MCA.eu

Paola Demagri e Nicoletta Postal