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Rimozione mediante abbattimento di dell’orso pericoloso identificato come M90: il pensiero di MCA.eu.

Piaccia o no, per quanto cruento, questo epilogo racconta ai trentini una lampante verità. Gli strumenti normativi per gestire in maniera completa la presenza dei grandi carnivori sul territorio provinciale, c’erano già tutti. Bastava applicarli smettendola di procede a tentoni, annunci e scarico di responsabilità su chissà chi e chissà cosa. 

La vicenda di ieri certifica soltanto che la Provincia è arrivata al capolinea. Obbligata da una spinta popolare fortissima che chiedeva sicurezza. 

E chissà quanto consapevolmente, ha dato seguito ad uno stato di coscienza politica che prevede che per la preservazione della specie sia necessaria una diffusa accettazione sociale della presenza dell’orso. Che non può essere prerogativa soltanto di chi vive in città poiché è in gran parte a carico di chi vive nelle valli.

Intervenire dunque, su quella piccola parte di soggetti pericolosi, è il passo conseguente di quella politica che voglia gestire la convivenza dei grandi carnivori con le persone e le loro produzioni.

Innanzitutto ha un compito prioritario: informare la popolazione dei pericoli e delle modalità attraverso le quali potersi difendere. Inoltre non può trascurate le opere di prevenzione, protezione e custodia. 

Queste azioni utili alla nostra popolazione valgono poi anche per una seconda istanza. Servono a dimostrare allo Stato e alla Giustizia che il Governo locale sta utilizzando al meglio la sua Autonomia.

E sono il valore aggiunto al pacchetto di iniziative di cui sopra quando le stesse sono insufficienti a dare adeguata sicurezza alla popolazione in presenza di soggetti comunque problematici. 

Costituiscono insomma quel viatico autorizzativo per arrivare all’abbattimento anche solo come provvedimento ultimo ed inevitabile di tutte le azioni positive: ultimo tassello di una gestione ragionata. Quella che si è assunta la responsabilità di provare a salvare una specie in estinzione.

Ci sono dei casi in cui la cui permanenza natura di un selvatico risulta inaccettabile per sua incompatibilità con quella dell’uomo. In tal caso, siamo d’accordo con la comunità scientifica internazionale quando afferma che per tal tipo di animale, la captivazione rappresenta la peggiore delle condanne. 

Conduce animali nati liberi a trascorrere il resto dei loro giorni drogati, dentro ad una gabbia. 

Certo al gesto ultimo, la politica può arrivare solo dopo una serie di attività di contorno, tutte all’insegna della responsabilità.  

Le lacune della Provincia

Ed è proprio su quest’aspetto che la nostra amministrazione provinciale manifesta lacune da un intero lustro. 

Dopo aver messo in scena proposte farsa, tentato di scaricare la responsabilità su altre istituzioni e aver provato ad alterare la pubblica opinione, omettendo di comunicare tutto quello che stava accadendo, questo governo Provinciale si è infine trovato di fronte all’obbligo di assumersi la piena responsabilità delle proprie azioni.  

Ciò che è successo, ciò che è stato scritto nel decreto, dimostra la piena veridicità di quanto detto sopra. 

Le leggi e le modalità per operare c’erano già tutte, bastava assumersi la responsabilità di metterle in pratica.

Anche perché, il tabù dell’abbattimento di un orso pericoloso era già stato affrontato dalla precedente amministrazione. La stessa che aveva messo a disposizione lo strumento cardine sul quale ieri si è retto il decreto di abbattimento del Presidente. 

Invece, per arrivare a quel passo compiuto, sono dovute succedere una serie di incresciose situazioni sulle quali la più cosciente delle azioni non può che essere quella di stendere un pietoso velo.

Si ricavi insegnamento allora da quanto successo, si prosegua nelle attività di gestione dell’Orso, si attivino le squadre di “Rangers dell’orso” come già fatto da noi inserire in legge, si informi la popolazione e soprattutto si mettano in carica le pile dei radiocollari.

Insieme alle attività di formazione e informazione, la conoscenza, il monitoraggio genetico e monitoraggio puntuale post cattura per radiocollaraggio dei soggetti confidenti, rimangono ancora gli strumenti cardine di una Provincia che voglia avere un approccio scientifico alla gestione dei Grandi Carnivori. Soprattutto perché, piaccia o meno, faranno parte del nostro habitat naturale ancora per un bel pezzo. 

E d’ora in poi?

Non servono annunci farsa di modifiche della legge come quella che sta per arrivare, dove ci par di capire, si fa pure un passo indietro rispetto alla 9 del 2018. Dove rispetto ai termini perentori attraverso i quali il Presidente della Provincia dispone provvedimenti cruenti riguardanti la specie orso si introduce il termine “può”.  

E finisce per comunicare sulla Stampa che la norma prevederà di rimuovere 8 orsi all’anno quando invece questa è la cifra massima di esemplari che potranno essere prelevati.

Si affronti il problema con serietà, come si è fatto ieri. Il consenso spiccio non può arrivare sulla pelle e sulla sicurezza delle  persone, anche se si è comunque stati riconfermati alle elezioni.

Per MCA.eu:

Michele Dallapiccola Segretario politico

Paola Demagri Consigliera Provinciale

In allegato il decreto completo: