Doveva essere una relazione rilevante. Avrebbe potuto annunciare un ampissimo respiro utile ad immaginare tutto il prossimo corso della legislatura in partenza. Così non è stato.
La relazione programmatica di Fugatti ha toccato solo di striscio quando non addirittura ignorato parecchie tematiche e questioni.
La nostra particolare sensibilità al riguardo ci ha portato ad osservare che il cambiamento sociale non è stato il fulcro della relazione. Pensiamo ai servizi per gli anziani, all’aumento di posti letto nelle RSA, alla crisi demografica. Tutte questioni che stanno tenendo sotto pressione anche il Trentino. Il modello impostato nei 5 anni precedenti, sembra quasi farla da padrone. Spaventano gli effetti, oggi tangibili della legislatura appena passata. Inquietanti ad esempio nel campo della denatalità.
Quasi stucchevole invece l’enfatizzazione sul tema dell’Autonomia. Dovrebbe trattarsi di sottintesa prerogativa di buon governo. Invece Fugatti ne ha voluto parlare spiccatamente. Quasi a esibire, financo a giustificare un Assessorato all’Autonomia.
Il sospetto che questa maggioranza locale marcatamente nazionalistica, percepisca di avere una coda di paglia, c’è tutto. E’ da qui che partirebbe la loro necessità di gridare in maniera populista che tra fiamme Tricolori e palchi a Pontida, l’Autonomia non è in pericolo.
Sarà nostro compito vigilare in fondo. E’ uno dei principali ruoli che ha portato alla nascita di un movimento autonomista di stampo sociale e progressista, specialmente da quando gli autonomisti identitari si sono venduti alla Destra nazionale.
MOBILITA’ e OPERE PUBBLICHE
Annunciate tematiche e modelli superati! Basti pensare che nel campo delle Infrastrutture si è riparlato ancora una volta della Valdastico, in maniera decontestualizzata dal vero approccio alla mobilità dell’intero nord est verso il Brennero.
Noi spingeremo per un sistema di potenziamento di tutte le alternative al trasporto merci e persone, prima ancora che con “gomma” su nuovo cemento e asfalto.
Non preoccupa meno il gravoso impegno economico che queste promesse comportano. L’unico vero effetto immediato sarà quello di “ingessare” il bilancio PAT dei prossimi vent’anni.
E’ davvero sicuro Fugatti di detenere il diritto di ipotecare scelte che dovrebbero competere ai nostri giovani? Il loro futuro correrà davvero sull’asfalto o percorrerà invece autostrade di fibra ottica sotto un tappeto di territorio verde?
Ci chiediamo, quali sono allora le opere che dovrebbero rilanciare davvero l’economia?
E che dire della mobilità pubblica? Le tratte brevi nelle vallate più periferiche stanno scomparendo, le fermate cadenzate sono sempre meno. Il Tram impiega il 30% di tempo in più di percorrenza. E’ facile individuare provvedimenti populisti rendendo gratuito il trasporto degli anziani. E se questo tipo di servizio deve essere a disposizione di tutti, sono ben altri i bisogni che avrebbero i trentini per muoversi con mezzi alternativi alla propria auto. Per risultare appetibile va dunque migliorata l’attuale offerta, la cui attrattività oggi come oggi sta come l’acqua al colabrodo.
SANITA’, SOCIALE, WELFARE.
Le questioni che riguardano la Sanità affliggono ognuno di noi in maniera trasversale. Nella precedente legislatura si è tentato di sopperire alle magagne del servizio sanitario Provinciale spingendo sempre di più su alternative private. Appare necessario un repentino ed evidente cambio di rotta per ora soltanto debole sussurro proclamato dal nuovo assessore.
Per questo va da sé che i problemi non si esauriscono nel pensare solo al nuovo polo ospedaliero e alla gestione dell’università di medicina.
La strada per riabilitare la sanità trentina alla qualità che merita passa attraverso nuove assegnazioni di risorse e di tecnologia. Sono necessari percorsi che rendano attrattivi gli ospedali sia per i pazienti che per gli operatori.
Diversamente esiste un rischio concreto. La facoltà di medicina finirà per “sfornare” Professionisti che finiranno per specializzarsi e lavorare in altre regioni.
Infine, è fondamentale attenzionare il sistema di gestione delle case di riposo. Va segnalato il più grave dei problemi. L’ingerenza della Provincia sulla gestione delle rette non affronta infatti la responsabilità che il principale ente pubblico del Trentino dovrebbe assumersi: aumentare la retta sanitaria!
In questo modo, al livello periferico rimarrebbe in capo la possibilità di aggiustare i criteri di retta secondo le varie caratteristiche territoriali che solo ogni Istituto puntualmente conosce.
Inoltre la risposta della Provincia non può esaurirsi in un promessa di ripiano di eventuali bilanci in rosso. Con che criterio si finirebbe per incentivare chi ha fatto meglio o chi ha fatto peggio?
INVESTIMENTI
Non è dato capire come questa amministrazione intenda stimolare una nuova propulsione agli investimenti privati. I dati degli Istituti economici nazionali e territoriali ci confermano che da questo punto di vista i trentini si muovono poco.
Esiste infatti una disponibilità liquida bancaria liquida intorno ai venti miliardi di €. A questa se ne aggiunge una in titoli che supera di lunghezza i cinque. Appare evidente che questo tipo di stagnazione è figlia dell’insicurezza e di un’offerta scarsamente attrattiva.
Il comparto del lavoro, quello dei brevetti, dell’export, del know how tecnologico informatico, potrebbero rappresentare un fiore all’occhiello del tessuto produttivo trentino quale non è stato e non è tutt’ora. Tutte condizioni che bocciano sonoramente l’operato dell’assessore che nei precedenti cinque anni ha avuto piena responsabilità di questo.
Tenere conto della trasformazione del Mercato del Lavoro venendo incontro alle esigenze di una società che cambia ed investire maggiormente nella ricerca rispetto a quanto stanziato fino ad ora potrebbero rappresentare due ingredienti sostanziali per catalizzare interesse degli Imprenditori e disponibilità dei finanziatori.
LAVORO
Il cambiamento di approccio al mondo del lavoro non può esaurirsi nell’impegno a cercare di migliorare il rapporto tra domanda e offerta. Prima di tutto va infatti presa in considerazione la questione sociale e soprattutto quella demografica.
I molteplici aspetti da tenere in considerazione sono le alte specializzazioni, la formazione, il sostegno alle imprese che si occupano di formazione di apprendistato. Da premiare saranno quelle Aziende che assumono giovani donne e quelle che dedicano spazio, tempo e processi di lavoro rispettosi di che è afflitto da disabilità.
Una politica del lavoro che si rispetti non può trascurare l’approccio alla gestione delle risorse umane. Lo chiedono le aziende prime tra tutte quelle disposte a ricevere e ad accogliere manodopera che viene da fuori dei nostri confini provinciali.
Ecco perché dalla relazione del Presidente, stride l’assenza del minimo cenno alla pressione politica che il Trentino dovrebbe responsabilmente attivare. Ai vari livelli istituzionali che se ne occupano dovrebbero arrivare stimoli e proposte per trasformare il Trentino in modello nazionale per qualità nell’accoglienza dell’immigrazione controllata. Contribuirebbe a lenire la crisi che stanno vivendo le aziende sostenute da professionalità di base. Agricoltura, turismo, manifatturiero tutti i settori all’eterna disperata ricerca di addetti. Per questo grave problema la Provincia che cosa ha intenzione di fare? Noi non lo abbiamo ancora capito.
AGRICOLTURA E ZOOTECNIA
Ovviamente non è passata inosservata la brevissima trattazione riservata al capitolo che riguarda l’agricoltura e la zootecnia tanto da non dedicarle che una ventina di righe dentro alle quali, tra l’altro, non abbiamo trovato nulla che faccia pensare che per il capitolo dei grandi carnivori ci sia un programma e una strategia. Tutto liquidato in qualche riga.
Eppure la Produzione lorda vendibile della nostra agricoltura vale un miliardo di € degli oltre venti del nostro PIL. Le è quindi dovuta una particolare attenzione attraverso importanti investimenti; pensiamo al poco fatto e al grande fabbisogno che merita ad esempio il settore della gestione dell’irrigazione agricola.
Da ultima, per lapsus freudiano forse lì volutamente collocata, la dimenticata zootecnia. Non può bastarci che un Presidente si limiti a dire che il comparto è importante per la gestione del territorio. È invece urgente oltre che strategico far fronte alle difficoltà che provocano una progressiva chiusura delle nostre aziende agricole.
C’è un’unica strada: turismo e zootecnia vanno sostenuti di pari passo. Invece, questo tipo di azione nella scorsa legislatura ha visto l’attivazione di iniziative a dir poco risibili. Complice la separazione tra i due assessorati e la loro scarsa sensibilità alla materia abbiamo visto i sostegni diretti indiretti al settore toccare i tasti della sussistenza più che quelli di intelligenti incentivi incrociati.
ABITARE
Durante la trattazione delle questioni relative al consumo di suolo e alla gestione dei centri storici, il Presidente dichiara che il diritto all’abitazione andrà riaffermato aiutando veramente le giovani coppie. Semplicisticamente, parla di recuperare l’esistente per tentare di far rivivere i centri storici altrimenti abbandonati, alternando le soluzioni tra risanamento e ristrutturazione.
Intendimenti più che condivisibili dove tuttavia la Provincia dovrà finalmente cominciare a dimostrare il proprio coraggio attraverso sostegni concreti quali finora non visti.
Inoltre va tenuto conto della composizione della nuova società trentina con un 23% dei nuclei familiari composto da un solo componente. Perché dunque non favorire la fuoriuscita dei giovani dal nucleo familiare? Il diritto ai contributi o l’accesso al credito per ristrutturare o costruire una nuova abitazione non possono e non devono per forza venir riservati esclusivamente alle coppie. Il mondo è cambiato e noi dobbiamo cambiare con il mondo.
SPORT
Solo il connubio tra sport e scuola darebbe la vera spinta con un sano approccio a questa materia. L’integrazione tra queste due grandi specialità è l’unico ingrediente che potrebbe davvero permettere ai giovani di frequentare entrambi.
E’ giunto il tempo di considerare anche le difficoltà in termini di tempo ed impegno a far coesistere le due attività senza che ne tengano conto anche le istituzioni che le governano.
VOLONTARIATO
Assordante silenzio su questo comparto. Nemmeno citato, come non esistesse. Eppure in Trentino ci sono 3500 associazioni di volontariato che coprono e colmano i vuoti delle istituzioni.
Non può esser sufficiente la profusione di “grazie” microfonata al parossismo in occasione delle sagre. Il volontariato ha dignità di istituzione propria. Per questo deve rientrare nella progettualità di un’agenda politica seria e attenta alla propria comunità.
NATALITA’ e SALARI
Finalmente qualcosa sul quale non abbiamo nulla da eccepire. Ma natalità è salari saranno davvero le priorità della giunta? Speriamo che trovarle in fondo alla relazione sia solo frutto del caso. Un tetto, una dignità occupazionale, un complessivo stato di benessere personale e sociale, sono i punti cardine ai quali un Trentino autonomo con un bilancio di 5 miliardi di euro all’anno deve assolutamente puntare.
Purtroppo le azioni dei cinque anni appena trascorsi indicano che il volere della Giunta per questi obiettivi si presenta piuttosto aleatorio. Il timore che si tratti del solito annuncio di un lupo che perde il pelo ma non il vizio, rimane tutto.
Essere autonomi significa tentare, osare, spingere per attivare quanto proposto anche nelle poche righe di qui sopra insieme a molto altro. Non può esaurirsi nell’esibizionismo di una storia celebrata di fronte a se stessa. Non possono nemmeno bastare le parate con le associazioni storiche o quelle folcloristiche locali. L’autonomia pronunciata, delegata a tristi accordi romani sperando che umiliandosi all’alleanza-sudditanza con i loro partiti porti a qualche casuale risultato, non fanno per noi.
Ecco il senso delle considerazioni del Movimento Casa Autonomia.eu enunciate qui sopra. Siamo liberi da contratti, trasparenti coi nostri soci e coi nostri elettori. Noi le famose “poltrone” della politica abbiamo preferito guadagnarcele con le nostre fatiche meritandole senza tramacci e sotterfugi.
Fieri di poter esercitare il nostro compito di critica e proposta.
Paola Demagri Consigliera Provinciale
Michele Dallapiccola Segretario Politico