La delibera di modifica del PACOBACE N° 2141/2014 e la legge n° 09/2018 per la gestione dei Grandi Carnivori, rappresentano le norme cardine per governare la presenza dell’orso nei nostri territori. Sono state promulgate dalla precedente amministrazione provinciale. Accanto alle Ordinanze del Presidente della PAT emesse ai fini di tutela della pubblica incolumità, rappresentano il più concreto sostegno normativo alle azioni di messa in sicurezza delle zone fortemente segnate in questi giorni dai tragici fatti di interazione dell’orso con l’uomo. Prime fra tutte la Val di Non e la Val di Sole.
Suggeriamo un supplemento di valutazione circa il destino di Jj4.
Rimaniamo infatti convinti che il destino un animale selvatico sia senz’ombra di dubbio passare a “miglior vita” rispetto alla sedazione in gabbia per il resto dei suoi giorni.
In questo specifico caso però abbiamo assistito ad un grave disagio mediatico provocato dalle iperboliche esternazioni di profonda avversione da parte della Provincia di Trento alla presenza dei plantigradi sul nostro territorio.
Questo stato di cose ha consegnato la Provincia ad un’antipatia disseminata a livello nazionale. Con tutta la sua onestà, il Trentino non la merita. Inoltre, il gran parlare di orsi feroci ha provocato una paura diffusa. Uno stato di cose che potrebbe dissuadere molte persone a scegliere il Trentino come meta delle proprie vacanze.
Per questo, abbassare i toni mediatici da parte del governo provinciale e dimostrare di aver tentato una collocazione diversa per l’orsa aggressiva, sarebbe quantomeno doveroso.
Nel frattempo vanno intensificare le attività di cattura, monitoraggio e informazione della popolazione. I punti cardine delle prossime mosse da parte di chi in questo momento detiene le redini della PAT, dovranno dunque riguardare la più celere rimozione dei soggetti pericolosi.
Oltre a questi consideriamo necessaria l’immediata rimozione dei soggetti problematici perché particolarmente dannosi, così come previsto dalla delibera 2141/’14.
Quanto al trasferimento di massa di una quota di plantigradi, annunciato dal Presidente PAT nei giorni della tragedia, o – peggio – all’apertura alla caccia di selezione, siamo anche noi consapevoli e convinti che si tratta di un’opzione assai seducente. Per questo è attualmente gradita ad un gran numero di persone. Offrirebbe respiro di sollievo a chi ora si sente giustamente spaventato. Si tratta tuttavia di un mero auspicio di stampo populista.
E’ un atto tecnico troppo alto e troppo lontano da raggiungere per offrire alle persone ciò del quale hanno diritto subito: la loro sicurezza.
Inoltre, la complicazione tecnico giuridica delle soluzioni ipotizzate genererebbe contenziosi e tempistiche inadatti a fornire la stessa condizione che invece offre – subito – la proposta qui sopra enunciata. Per la quale, una legge c’è già. La 9/2018 consente alla PAT di agire come un vero e proprio Ministro.
Infine, sul fronte dei problemi che rimarrebbero irrisolti, non va sottovalutato che tra pochi anni il problema si ripresenterebbe tal quale.
Per questi motivi, sollecitiamo invece il Presidente a non indugiare nel celere percorso di rimozione delle tipologie di orso menzionate sopra.
Queste azioni gli riserveranno inevitabilmente strascichi giudiziari. Durante il loro svolgimento – fin da subito – Casa Autonomia annuncia che il Governo provinciale riceverà tutta la sua solidarietà e comprensione.
Ne parliamo consapevolmente poiché un percorso simile lo ha già effettuato il nostro precedente Presidente a seguito della vicenda Kj2. L’esito forense favorevole di quella vicenda sia da esempio a chi governa ora.
Mantenere lo stesso tipo di coraggio è l’unico metodo che può portare il Trentino a risultati concreti immediati. Decisivi per la sicurezza di tutti..